DSA: non solo difficoltà, ma anche punti di forza da valorizzare

Articolo della Dott.ssa Cristina Franceschini, Pedagogista e Referente per la Formazione dell’Ente Sapere Più


Delle difficoltà degli alunni con DSA si parla molto e giustamente, ma è altrettanto importante parlare dei punti di forza dei protagonisti di molti dei nostri Corsi di formazione: i bambini e i ragazzi con Dislessia e altri DSA.

Per prima cosa, diciamo chiaramente che ogni persona con Dislessia è unica e differente da tutte le altre, e che quindi per conoscere davvero le caratteristiche di chi ha un DSA, bisogna entrare in relazione con lei/lui. Non basta nessuna formazione generale, anche se non se ne può fare a meno; la formazione è indispensabile per costruire un quadro di conoscenze scientifiche grazie alle quali interpretare ciò che si manifesta nella realtà di ciascuno studente, ed agire di conseguenza.
Fatta questa importantissima premessa, possiamo affrontare l’argomento “alunni con DSA” a partire da una considerazione fondamentale. Chi lavora con loro sa quanto la stessa esperienza scolastica possa influenzare in modo positivo o negativo l’evoluzione dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento. Nei bambini della Scuola Primaria si sviluppano i primi apprendimenti strumentali ed è quindi molto importante che ricevano adeguato supporto sia attraverso il potenziamento mirato sia grazie all’attenzione nei confronti della sfera emotiva.

Man mano che i bambini crescono ed attraversano le nuove sfide della preadolescenza e dell’adolescenza, gli aspetti emotivi di cui tenere conto si modificano, senza tuttavia perdere in alcun modo la loro importanza. Affinché il processo di sviluppo nel suo complesso possa risultare armonioso, è importante considerare la mente che apprende e la mente “emozionale” insieme.
Per poterlo fare in concreto, è necessario assumere un punto di vista preciso, scientificamente validato e semplice da trasferire in azioni educative e didattiche, per raggiungere l’obiettivo “apprendimento significativo” negli studenti. 

Perseguire un apprendimento significativo negli alunni comporta, per i docenti e i tutor dell’apprendimento, puntare alla comprensione profonda di un determinato argomento e di una Unità di Apprendimento nel suo complesso.

Ciò è in linea con i bisogni delle alunne e degli alunni con DSA, che hanno un’intelligenza nella norma (o anche superiore) ma hanno un accesso difficoltoso agli automatismi in generale e al materiale concettuale da memorizzare. D’altro canto, hanno dalla loro parte la tendenza ad apprendere in maniera globale, confrontando tra di loro concetti e conoscenze, e ad utilizzare il pensiero laterale (divergente e creativo) nelle situazioni di apprendimento nuove. Oltre quindi agli ostacoli dovuti alla Dislessia e agli altri Disturbi Specifici dell’Apprendimento, e importantissimo considerare i punti di forza della persona.

In merito alla “mente DSA” si sono sviluppate molte teorie non verificate e alcuni miti. Lungi dal voler sostenere punti di vista non scientifici, esistono punti di forza osservabili negli studenti con DSA, indipendentemente dal fatto che alcune caratteristiche siano innate o no: semplicemente, accade che le persone con DSA, tendano a mostrare alcuni punti di forza sui quali è utile lavorare. Ciò per mantenere alta la loro motivazione, promuovendo autostima e senso di autoefficacia. Anche se, infatti, è necessario per ragioni espositive, nominare separatamente queste tre dimensioni, esse concorrono tutte allo sviluppo di un atteggiamento aperto verso le sfide scolastiche legate all’ apprendimento. 

Partire dai punti di forza di una persona quando la mettiamo di fronte ad una sfida, significa utilizzare metodi e tecniche che facciano leva sulle abilità già possedute, per poi creare le basi per nuove abilità. Ciò aiutando gli studenti a distinguere in modo sempre più autonomo, tra le abilità da compensare e quelle efficienti. 

Vediamo quindi alcuni punti di forza degli alunni con DSA, che possono ispirare il nostro lavoro:
(da Enrico Ghidoni, Come affrontare una diagnosi tardiva, in AID, corsi di formazione online per la didattica inclusiva e l’apprendimento efficace, Prog solidale TIN BOTA)

1
Intelligenza normale o superiore. È importante ricordare che questi alunni non hanno un deficit cognitivo. Se mostrano di non comprendere un concetto, probabilmente mancano loro le preconoscenze o è stata posta una questione in modo non chiaro o troppo ricco di verbalizzazione. Quando comunichiamo con alunni con DSA, dobbiamo stare attenti a non usare troppe parole ridondanti ed a utilizzare esempi e metafore con richiami alla realtà concreta

2
Capacità di visione d’insieme. Spesso gli studenti con DSA sono interessati ad una nuova conoscenza se riescono a collocarla in un quadro complessivo. Facciamo un esempio. Se si propone lo studio di un autore in Letteratura, per loro sarà interessante capire prima il legame che questo Autore ha con ciò che si è già studiato e anche con ciò che si studierà in seguito. Immaginiamo di fornire quindi una visione “dall’alto” dell’Autore, collocato nel suo spazio e nel suo tempo ma anche nell’insieme degli argomenti disciplinari proposti.

3
Elaborazione cognitiva di tipo globale. Proseguendo con l’esempio sopra riportato, può essere utile collocare quell’Autore nella sua epoca e nella sua corrente letteraria facendo riferimento esplicito a collegamenti e paragoni con altri autori a lui contemporanei. Se chiediamo di approfondire questi legami, rispondiamo al bisogno dell’alunno con DSA di “agganciare” l’aspetto nozionistico (le conoscenze legate all’autore, al suo stile, alla sua poetica) alla dimensione di senso che quella persona visse. 

4
Pensiero per immagini e memoria visiva: i ragazzi con DSA sono spesso denominati visual thinkers, perché fanno maggiormente affidamento sulle immagini rispetto al canale verbale (soprattutto se ci riferiamo alla lettura di testi). Ciò sia in fase di apprendimento, sia in fase di recupero di quanto appreso per esporlo. Possiamo quindi fare largo uso di immagini riferite a quanto stiamo proponendo loro, anche abbinate al lessico specifico.
Le immagini possono essere descrittive e dunque aderenti al contenuto esposto, ma anche evocative di emozioni, concetti, aspetti della realtà o del problema presentato. È importante dunque saper inserire nel contesto della didattica l’uso di video, di testi creati con l’ausilio di Book Creator o Canva, creare Padlet da abbinare a linee del tempo, ragionamenti, conoscenze geografiche… lasciandoci trasportare dalla nostra creatività.

5
Intuizione e creatività. Queste due dimensioni possono essere presenti negli alunni DSA come risposta alle difficoltà nell’uso del pensiero convergente, grazie al quale le risposte possibili alla soluzione di un problema risultano predeterminate. Il pensiero divergente consente ai ragazzi con DSA di analizzare i problemi da punti di vista diversi per arrivare a soluzioni inedite oppure già note ma “scoperte” in autonomia. Spesso, inoltre, osserviamo negli studenti DSA che riescono a sviluppare abilità nella soluzione di problemi matematici, una rapida capacità di giungere alla soluzione stessa, senza riuscire a spiegare a parole il come ci siano riusciti. Guidare i ragazzi alla riflessione sul ragionamento esposto è possibile se non li si inibisce nel portarlo avanti “a modo loro” sebbene possa risultare per noi di più difficile interpretazione. In generale, è molto utile proporre i contenuti di apprendimento in modo da suscitare domande cui poter inizialmente rispondere in modo personale per poi confrontarsi con il materiale didattico disponibile sull’argomento, dopo aver formulato ipotesi. In tal modo si accoglie la modalità personale di organizzazione delle pre conoscenze, che può apparire più complessa e meno lineare di quanto ci aspettiamo, ma ricca di spunti ai quali non avremmo dato peso.

In conclusione, è affascinante aprire lo sguardo verso ciò che gli alunni con DSA possono fare molto bene e metterci alla prova, talvolta imparando da loro…


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