La Comunicazione efficace

Perché è fondamentale creare un clima costruttivo e inclusivo attorno a noi

Di Dott. Giuseppe Sferrazzo, formatore nel nostro Corso “Comunicazione efficace in classe

Quando si parla di Comunicazione, sempre più spesso, le prime considerazioni che ci vengono in mente sono frasi del tipo: “Io parlo tutti i giorni!” – “La uso sempre con i miei dispositivi” – “Sui  Social sono abbastanza bravo! Scrivo poco e bene” – “Nel mio lavoro non serve proprio a nulla… conta ben altro, conta la preparazione” – “Come si può parlare ancora di Comunicazione nell’epoca digitale?”
In realtà, se ci fermiamo a riflettere, le idee che abbiamo a proposito della Comunicazione, nella maggior parte dei casi, sono dei pregiudizi, delle convinzioni limitanti, di fronte ai quali facciamo molta resistenza a cambiare.
Quello della Comunicazione è un mondo straordinario, una specie di universo nel quale siamo immersi tutti e ancora in gran parte da scoprire.
Si tratta di dinamiche che caratterizzano ogni aspetto e ogni singolo momento delle nostre vite, sia personali che professionali.


Perché sentiamo il bisogno di comunicare

La comunicazione risponde ad un bisogno naturale e antico dell’essere umano. Comunicare bene fa bene anche al nostro equilibrio psico-fisico: infatti, le persone sole o con relazioni interpersonali molto carenti hanno più probabilità di soffrire di malattie, demenza e persino a morte prematura.
Di questi temi e del legame profondo tra “qualità di vita e di lavoro” e la qualità della nostra Comunicazione ne parla lo psicologo Daniel Goleman, uno dei padri dell’Intelligenza Emotiva, nel libro dal titolo omonimo edito in Italia da Rizzoli nel 1996. 
In questo testo la Comunicazione è presentata come una delle abilità che compongono il mosaico dell’Intelligenza Emotiva, che è in grado di apportare grandi benefici al benessere integrale di un individuo. 
È grazie gli atti comunicativi che impariamo a riconoscere chi siamo, a lavorare alla “costruzione” della nostra identità e, cosa ancora più interessante, abbiamo la possibilità di creare relazioni interpersonali funzionali e ricche (con le altre persone).
La Comunicazione è il risultato strutturato nel tempo di quelle modalità attraverso le quali il soggetto interagisce fin dall’infanzia, con genitori, familiari, insegnanti, amici, parenti, società in genere.


Cos’è la Comunicazione?

Comunicazione è un termine che proviene dalla lingua latina,  cum = con e dal verbo munire = legare, presenta diversi significati come  legare insieme, condividere con altri, mettere in comune, significati che nei secoli, purtroppo, sono stati smarriti o alterati.
Un altro significato, con riferimento al tardo latino, ci riporta al termine “moenia”, ovvero di mura e recinzioni. Non certo nel senso di ostacoli bensì in quello di “costruire dentro…”, “edificare in un ambito”.
La necessità di comunicare è un’esigenza fondamentale e antichissima per gli esseri umani: siamo degli “animali sociali” che grazie anche e soprattutto allo “sviluppo delle relazioni e del linguaggio” si sono evoluti e adattati.
È dalle epoche più antiche che l’uomo ha cercato di comunicare con i suoi simili, prima con la gestualità e poi con le parole, definendo e sviluppando un linguaggio propriamente detto.
La Comunicazione è una delle manifestazioni della tendenza alla socialità che l’essere umano si porta dentro, come elemento costitutivo.
Tutti sentiamo il bisogno o il desiderio, più o meno consapevole, di relazionarci con i nostri simili.
La Comunicazione è una cosa sola con il nostro “essere degli umani”.
C’è un’immagine che restituisce la articolata forza della Comunicazione, quella del liquido amniotico nel ventre della madre. Le nostre relazioni inter-personali hanno esattamente questa consistenza: noi siamo costantemente immersi nel “mondo liquido” delle relazioni, un mondo che alimenta ogni aspetto del nostro essere. È in questo liquido ricco di vita che siamo immersi.  E questo accade sia in modo consapevole che in modo inconsapevole.


La Comunicazione e il rischio di sottovalutarla

Nel corso dei secoli i modi e i canali della Comunicazione sono cambiati.
L’esigenza profonda di coltivare delle relazioni non si esaurisce mai ma, nel tempo, assume forme diverse.
Le vere difficoltà nascono quando consideriamo (sbagliando!) la Comunicazione come qualcosa di automatico, di scontato, di definitivo tanto che non abbiamo consapevolezza del messaggio che inviamo e di come lo facciamo, alimentando così conflitti e contrasti.
Tutti noi parliamo, ma questo non vuol dire effettivamente “comunicare”…
Siamo spinti dalle nostre abitudini a concentrarci sull’atto del parlare e sulle parole,  che quasi sempre vuol dire far prevalere le nostre ragioni, senza prendere in considerazione il punto di vista dell’interlocutore.
Oggi, nella società della connessione continua e della Comunicazione fluida, nell’era dei Social Network, quando possiamo dialogare con migliaia di persone contemporaneamente, in tempi rapidissimi e incredibili fino a pochi anni fa, la Comunicazione rimane una dinamica “universale” che caratterizza le nostre vite, professionali e personali.
E proprio in questo particolare momento storico e sociale è fondamentale essere consapevoli di chi siamo come comunicatori e cosa facciamo per sviluppare maggiore consapevolezza e migliorare le nostre abilità di comunicazione.


Le caratteristiche del comunicatore efficace

La Comunicazione è un “sistema aperto”, nel quale si verificano continue forme di “influenzamento reciproco”.
Per questo motivo abbiamo una profonda responsabilità nel considerare l’altra persona  come soggetto della nostra comunicazione.
Questo vuol dire che non possiamo solo “emettere” un messaggio, senza manifestare una forma di “vigilanza” sugli effetti che sta provocando (o che potrebbe provocare) sul nostro interlocutore.
La Comunicazione è un  sistema aperto dominato dal principio enunciato  dal Mahatma Gandhi: “Sii tu stesso il cambiamento che vuoi vedere negli altri”.
Invece, molto spesso le prime cose che pensiamo quando qualcuno non ci ascolta o è poco attento con noi sono:
“Non mi sta a sentire” –  “E’ colpa sua!” – “E’ lui che non mi capisce!” – “Io non posso farci nulla se non capisce!!”
La domanda che può migliorare di molto il nostro approccio alla Comunicazione efficace è:
“Cosa sto facendo io (in prima persona) per migliorare questa relazione?”

Il primo step per migliorare le nostre competenze di comunicazione è quello di acquisire
consapevolezza:

Quanto conosciamo i nostri stili di comunicazione?
Siamo disposti a metterci in discussione?
Siamo disposti a mettere in discussione aspetti del nostro stile della Comunicazione?


Il secondo step è quello di considerare le 7 caratteristiche che deve possedere e sviluppare
un buon comunicatore:

  • Ascolto
  • Concedere empatia
  • Cura della Comunicazione verbale
  • Cura della Comunicazione para-verbale
  • Cura del linguaggio del corpo
  • Autocontrollo
  • Gestione del pregiudizio

La Comunicazione ci rappresenta e ci definisce agli occhi degli altri, poiché la nostra personalità è anche il prodotto delle relazioni affettive e ambientali che abbiamo vissuto.
Le abilità di relazione non sono esclusivamente frutto di esperienze passate o di benefici legati alla genetica; buoni comunicatori non è detto che lo si nasca ma, di certo, lo si può diventare!
La grande notizia è che la Comunicazione è qualcosa di vivo. Vive in un punto di inizio ed è praticamente senza fine, perché i processi di miglioramento, di formazione e di crescita sono continui e costanti…
In questo, la formazione gioca un ruolo determinante.



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