Intervista con Patrizia Messina, Presidente dell’Associazione Italiana Tutor (AIT)

Abbiamo intervistato Patrizia Messina, Tutor dell’apprendimento e fondatrice, nonché Presidente, dell’Associazione Italiana Tutor.
Vogliamo infatti dare voce alla rappresentanza di questa figura professionale, in un momento nel quale il Ministero ha lanciato la formazione per il docente tutor. Al di là degli aspetti burocratici e normativi, c’è da far chiarezza su cosa sia, e cosa non sia, un Tutor dell’apprendimento: vediamolo insieme.


Prima di tutto, Le chiedo: che cos’è AIT?

L’Associazione Italiana Tutor, la cui sigla è AIT, è la prima ed unica associazione di categoria professionale dei Tutor dell’apprendimento in Italia, iscritta nell’elenco delle Associazioni Professionali, abilitata al rilascio dell’Attestazione di qualificazione dei servizi professionali, del Ministero dello Sviluppo economico, ai sensi della legge 4/2013.

AIT si rivolge a tutti coloro che credono nella professione di Tutor dell’Apprendimento e che vogliono qualificare la propria attività. È l’unica Associazione che ha attivato una valutazione chiara delle caratteristiche della figura del Tutor dell’apprendimento… noi possiamo dire, con orgoglio, che siamo gli unici ad avere definito la figura professionale del Tutor dell’apprendimento con un organo ministeriale, il quale, dopo una lunghissima e faticosa attività di confronto, ha valutato ed ha riconosciuto le caratteristiche del Tutor dell’apprendimento, da noi evidenziate, come una professione differente e non sovrapponibile ad altre figure presenti: proprio per questo, idonea ad essere inserita nell’elenco delle professioni non riconosciute.

Il MISE (oggi MIMIT), ha riconosciuto che il Tutor dell’apprendimento non è un insegnante, non è un docente, non è un pedagogista, non è un educatore, non è un insegnante di sostegno, non è uno psicologo, non è un logopedista, non è un counselor.

AIT sa realmente chi è un Tutor e nasciamo con la volontà di poter contribuire alla definizione, da parte delle Autorità preposte, della figura del Tutor dell’apprendimento in Italia, per poter avere una normazione che tuteli la nostra professione e gli utenti a cui forniamo i nostri servizi di tutoring.


Qual è il modello di tutoring che emerge dalla proposta del Ministro Valditara, quando si riferisce al docente tutor?

Questa è una bellissima domanda a cui vorrei rispondesse il Ministro, in quanto pur avendo attivato una richiesta diretta, ad oggi siamo ancora in attesa di una risposta.

Come rappresentante di AIT sono molto rammaricata nel vedere che le Istituzioni continuano a creare questa confusione riguardo a questa figura assolutamente importante nel supporto dell’apprendimento agli studenti in difficoltà. 

Per esperienza e per formazione, sono consapevole che il Tutor dell’apprendimento lavora con tutti gli studenti alla ricerca di una soluzione in un periodo difficile nel loro percorso scolastico, attività non solo legata al mondo dei DSA, ADHD e altri Bisogni Educativi certificati.


Cosa pensa, come Presidente di AIT, del percorso formativo proposto ai docenti che desiderano diventare docenti tutor?

Penso che non ne so nulla, in quanto, non vi è alcuna possibilità di sapere nello specifico che tipo di percorso formativo sarà dedicato a questi docenti, perché non sono stati resi pubblici questi programmi. Non sarebbe forse un diritto di tutti, docenti, genitori, studenti, sapere che tipo di formazione sarà dedicata a coloro che dovranno offrire un percorso di recupero o di orientamento?


Mettiamoci dal punto di vista degli studenti di terza, quarta e quinta superiore: lei pensa che la figura del docente tutor sarà funzionale alla qualità della loro percezione della scuola e della loro crescita personale?

Se dovessi mettermi nei panni di uno studente e delle difficoltà che incontrano nel primo biennio, mi verrebbe da domandarmi: “Perché dalla terza in poi? Non sarebbe meglio supportarci all’inizio del nostro cammino nella Scuola Superiore?


Quali sono i parametri qualitativi che AIT richiede perché un Tutor possa definirsi tale?

AIT considera Tutor le persone con titolo di studio diploma di Scuola Secondaria di Secondo grado o Laurea (triennale o specialistica), che hanno frequentato corsi, della durata complessiva di almeno 80 ore, oppure che svolgono questa attività da almeno 1 anno.


Quali sono le life skills che un tutor dovrebbe avere?

Le life skills che distinguono un Tutor dell’apprendimento secondo AIT sono:

  • Ottima capacità empatica per poter comprendere realmente come si sente l’altra persona
  • Ottima capacità di ascolto e di comunicazione. Un tutor professionista deve, cioè, sapersi esprimere in ogni situazione con qualunque interlocutore in modo chiaro e in armonia con il proprio stato d’animo, esprimendo un messaggio coerente tra parole, espressioni facciali, postura e voce
  • Saper instaurare relazioni efficaci, che significa essere capaci di affermare sé stessi nel proprio ruolo, sostenendo le proprie opinioni nel rispetto degli altri, delle loro idee e dei loro bisogni, senza prevaricazioni o sottomissioni
  • Ottima capacità di attivazione del pensiero critico, per saper analizzare informazioni, situazioni ed esperienze in modo oggettivo, distinguendo la realtà dalle proprie impressioni soggettive e i propri pregiudizi
  • La creatività. Un Tutor deve saper pensare ad alternative possibili, avere idee originali per trovare soluzioni, uscire da situazioni difficili o da schemi comportamentali
  • Capacità di problem solving, per poter individuare le possibili soluzioni per ogni tutee e a renderle operative
  • Saper prendere decisioni per identificare alternative basate sulle valutazioni e sulle priorità pratiche, relazionali ed emotive del tutee;

Se lei dovesse dirmi due parole che invece descrivono le più importanti competenze tecniche specifiche di un Tutor dell’apprendimento, quali sceglierebbe?

Personalmente ritengo che le due competenze fondamentali di un Tutor dell’apprendimento siano la conoscenza dei processi di comunicazione e la padronanza delle metodologie e degli strumenti di tutoring.

Conoscere i processi di comunicazione la ritengo assolutamente la prima competenza, perché è ciò che ci permette di entrare in interazione con gli altri, di trasmettere dei contenuti e, quindi, di raggiungere i nostri obiettivi. Può sembrare un’attività semplice e naturale, ma in realtà si compone di molti elementi e richiede specifiche competenze per essere davvero efficace.

È possibile, infatti, essere fraintesi o non comprendere quanto ci viene detto. 

Nella nostra professione la comunicazione è uno strumento che va usato con criterio, prestando attenzione al tono di voce, ai nostri gesti, ai nostri silenzi.

Avere una padronanza delle metodologie e degli strumenti di tutoring rappresenta poi esattamente la nostra professione: dobbiamo essere preparati di fronte a qualsiasi richiesta di strategia e di supporto al tutee. Dobbiamo essere sempre pronti, non dobbiamo avere esitazioni o dubbi e dobbiamo essere pronti a trovare/provare nuove strategie e nuovi strumenti.


Associazione Italiana Tutor ha riconosciuto il nostro Corso di Formazione online per Tutor DSA e BES come professionalizzante e valido per l’accesso all’Associazione stessa. 

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